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Adorazione dei pastori

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ALESSANDRO ARDENTI

d173

ALESSANDRO ARDENTI

Documentato a Faenza 1559?-Torino 1595

Adorazione dei pastori

olio su tavola, cm 142×102

 

Alessandro Ardenti è un pittore dalla formazione e dalla cultura pittorica assai complessa. Dato fondamentale per la comprensione di questo artista è il suo spostarsi dalla Romagna, dove verosimilmente si educò, a Lucca, dove è documentato risiedere almeno dal 1559 fino agli inizi dell’ottavo decennio, e poi fino in Piemonte, dove si spense nel 1595.

La restituzione di questa pala al raro pittore faentino, che raggiunse una certa notorietà se venne celebrato da un sonetto del Lomazzo e ebbe rapporti epistolari con Torquato Tasso, spetta ad Andrei Bliznukov. Secondo lo studioso la nostra opera risalirebbe con buona probabilità al tardo periodo lucchese, periodo nel quale l’Ardenti eseguì una delle sue opere più rappresentative, la Sibilla cumana predice ad Augusto la venuta del Messia (Lucca, Museo Guinigi), eseguito per la poetessa lucchese Chiara Matraini, forse ritratta nelle vesti della sibilla. Proprio con quest’opera si ravvisano infatti importanti consonanze stilistiche, come anche con l’Adorazione dei pastori proveniente dalla chiesa di Antraccoli, e ora nello stesso museo (1559), con la Madonna con il Bambino e santi di San Salvatore in Mustolio, o con il dipinto dello stesso soggetto in San Paolino, Lucca (1565).

Sempre secondo Bliznukov, che vede predominare nella nostra Adorazione la componente toscana con alcune soluzioni che ricordano esempi dosseschi, riscontri sono possibili anche con le opere del periodo piemontese. Queste sono però caratterizzate da tonalità più scure e contrastate, come è possibile ravvisare ad esempio nella sperimentazione ‘a lume di notte’ dell’Adorazione dei pastori della Collegiata di Santa Maria della Scala di Moncalieri, opera che condivide con altri dipinti di Ardenti punti di contatto con la scuola fiamminga.

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