Cherubino Alberti detto Borgheggiano, attribuito a

Cherubino Alberti detto Borgheggiano, attribuito a

CHERUBINO ALBERTI DETTO IL BORGHEGGIANO, attribuito a

Borgo Sansepolcro, 1553 – Roma, 1615

La conversione di San Paolo

olio su tavola, cm 108×82

Numerato a inchiostro sul retro con n° 164SO e con iscrizione manoscritta “Tadeo Zucaro. Stampa da Carlum Lusi Roma”

Il dipinto riprende la grandiosa “Conversione di San Paolo” dipinta da Taddeo Zuccari attorno al 1564, come pala d’altare per la Cappella Frangipani in San Marcello al Corso a Roma. La pittura è più smaltata e nitida rispetto al grande prototipo e il fatto che ne riproduca la composizione in maniera speculare è riconducibile all’uso di un’incisione.

Nel 1592, infatti, Cherubino Alberti, artista biturgense e parte di una famiglia di pittori, incisori e scultori molto in vista tra Roma e l’Alta Valle del Tevere, trasse una stampa dalla pala di Zuccari per i tipi di Giovan Battista Rossi. È per questo che la nostra tavola si fregia di tale attribuzione tradizionale, già riportata nei vari passaggi collezionistici. Tale indicazione ha un suo motivo se si confronta il dipinto con le prove della fine secolo di Cherubino.

La pala dello Zuccari, dipinta ad olio su lastre di lavagna, ha anche un’altra copia su rame, assai più piccola della nostra, conservata nella Galleria Doria Pamphili a Roma che certifica la fama della composizione. La figura del soldato che, in primo piano sulla sinistra scappa coprendosi il viso con il braccio, è stata usata anche da Federico Zuccari, fratello di Taddeo, negli affreschi con le storie di Mosé nell’Appartamento del Belvedere in Vaticano. Anche in quel caso, si tratta di una composizione speculare a quella di San Marcello al Corso, segno che probabilmente anche Federico utilizzò l’incisione di Cherubino.