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Storie di Santa Caterina da Siena

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ANDREA DI NICCOLÒ

d315

ANDREA DI NICCOLÒ

Siena, 1445-1525

Storie di Santa Caterina da Siena

tempera su tavola, cm 34×96

iscrizioni: “[a]gnesa” sopra la Sant’Agnese di Montepulciano, “[p]olitian”, sotto la santa; “[ant]oni[nus]” sopra il Sant’Antonino da Firenze, “de florentia”, sotto il santo; “b[…]na” sopra la santa a destra.

Basterebbero i delicati accordi cromatici – come la giustapposizione di verdolino e di rosa delle nicchie che inquadrano i santi – a denunciare l’origine senese di questo pannello tardo quattrocentesco. Le torri in pietra che troneggiano altissime su edifici e mura, la cui resa pittorica restituisce l’uso del mattone, ci trasmettono poi, sulla sinistra della tavola, l’inconfondibile silhouette della città toscana, arroccata su dolci colline.

Come esaustivamente ricostruito da Marco Ciampolini, autore di uno studio sul dipinto, le due scene principali poste tra le nicchie sono incentrate su due episodi della vita di Santa Caterina (1347-1380) raccontati da Raimondo da Capua: il suo ‘matrimonio mistico’ con il Signore, apparso insieme ad altri santi nella propria cella dopo un digiuno, e l’episodio nel quale la santa senese veste Cristo nelle sembianze di mendicante, un atto caritatevole premiato poi dallo stesso con il regalo di un mantello tempestato di pietre preziose.

La prima scena, precisa Ciampolini, si ispira ad una tavola di Neroccio di Bartolomeo de’ Landi (già Londra, coll. M.R. Waddingham) databile intorno al 1468. Tuttavia, “le figure, l’impostazione delle scene e persino la concezione d’insieme” sembrano rispecchiare piuttosto “l’arte di Matteo di Giovanni (1430 c.-1495)”, ma declinata con una “schiettezza di sentimento e […] ingenuità di espressione” che rendono possibile avvicinare l’opera al suo seguace Andrea di Niccolò.

La proposta attributiva del pannello a questo pittore è sorretta da interessanti confronti con opere dell’artista quali il Martirio di San Sebastiano del Museo Civico di Colle Val d’Elsa, con una datazione riconducibile, secondo lo studioso, ai primi anni del Cinquecento.

L’opera è stata esposta alla mostra Amanti. Passioni umane e divine svoltasi a Illegio dal 21 maggio all’8 ottobre 2017.

Pubblicazioni:

“Amanti, passioni umane e divine”, catalogo di mostra a cura di Don Alessio Geretti, Udine, 2017, pp. 154-155.

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