Gedeone, Angelo Annunciante, La conversione di Saulo

JEAN COUSIN, DETTO LE PÈRE

JEAN COUSIN, DETTO LE PÈRE

Sens, 1490-Parigi, 1560

Gedeone, Angelo Annunciante, La conversione di Saulo

data: 1540 circa

olio su tavola, cm 97×37

 

Le tre tavole rappresentano rispettivamente l’Angelo Annunciante, Gedeone e la Conversione di Saulo. L’angelo annunciante, avvolto da nuvole, non sta recando la novella alla Vergine, come da tradizione, ma porta un cartiglio in cui si legge DOMINVS TECVM VIRORUM FORTISSIME, che si può scogliere come O fortissimo tra gli uomini, il Signore è con te. Si tratta del saluto che è portato dall’angelo a Gedeone (Jud. 6, 12). La “Conversione di Saulo” è raffigurata nella consueta iconografia, ma nel filatterio l’iscrizione non è un passo biblico dagli Atti degli Apostoli, bensì AUDIVI ARCHANA VERBA QUE (sic) NON LICET una citazione di un poema inglese di William Langland, scritto alla fine del XIV secolo e intitolato “Le visioni di Pietro l’Aratore”, in cui viene parafrasata in questo modo la vicenda di San Paolo.

Le tre tavole dovevano essere parte di un armadio di uno studiolo che rappresentava scene con eroi della cristianità di cui giustamente fa parte anche San Paolo.

Recentemente i dipinti sono stati pubblicati con la corretta attribuzione all’importante pittore francese Jean Cousin, il più in vista dei pittori locali che fece parte della grande bottega che decorò la reggia di Fountainbleau, portando la pittura francese all’interno del grande movimento del manierismo europeo, soprattutto di impronta fiorentina e romana. In queste tavole, infatti, è palese l’influenza di Primaticcio e pure della pittura cosiddetta anticlassica romana.

 

Pubblicazioni:

“Aux confins de la France et des Pays-Bas: le Maître des Signes de la fin du monde”, in “Peindre en France à la Renaissance. I. Les courants stylistiques au temps de Louis XII et François I”, a cura di Cécile Scailliérez, Silvana Editoriale, Milano, 2011, pp. 71-85.