GIOVANNI BILIVERT
Firenze, 1585-1644
Sant’Agnese
olio su tela, cm 148×120
siglato e datato GB F 1631
Si tratta probabilmente del ritrovamento più importante degli ultimi anni per la pittura fiorentina del Seicento. Due tele di dimensioni identiche che rappresentano una Sant’Agnese e l’altra Santa Dorotea, due sante martiri, giovani, in pendant probabilmente per un committente devoto.
Sant’Agnese è siglata e datata al 1631 e rappresenta, perciò, un nuovo punto fermo nella produzione del pittore fiorentino, figlio di un orafo fiammingo. Dopo l’apprendistato con Alessandro Casolani, Bilivert passò nella bottega di Ludovico Cardi, abbandonando definitivamente la cultura tardo manierista del suo primo maestro, per avvicinarsi ad una luminosità più teatrale, diventando uno degli interpreti più belli della pittura del primo Seicento a Firenze. La sensibilità sulle stoffe, la luce soffusa da cui emerge la figura e che nasconde l’angelo in penombra sulla sinistra, l’attenzione lenticolare sulla pelliccia dell’agnello e sulla nappa del velluto, dimostrano la qualità strepitosa di questa tela, che si pone tra le migliori prove della maturità dell’artista. Di questo dipinto si conosce il disegno preparatorio conservato nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffizi a Firenze.
Santa Dorotea