PIETRO LIBERI
Padova 1605-Venezia 1687
Venere e Adone
olio su tela, cm 96×73
Questo notevole dipinto è stato ricondotto da Emilio Negro alla mano di Pietro Liberi. Tra i più ricercati autori del suo tempo con importanti commissioni internazionali, il celebre artista veneziano è particolarmente conosciuto per dipinti come questo, carichi di erotismo e passione, paradigmatici del clima libertino goduto da Venezia fino al Settecento. Raffigura l’amore intercorso tra Venere, dea della bellezza e della fertilità, e il giovane e bellissimo Adone. Quest’ultimo personaggio è qui raffigurato con un bellissimo torso virile in una posa che ricorda la statuaria antica e in particolare l’Augusto di Prima Porta dei Musei Vaticani, forse studiato dal Liberi in gioventù durante il suo soggiorno di studio a Roma alla fine degli anni Trenta del Seicento. In alto, tratteggiato con una pittura sommaria di grande effetto secondo la migliore tradizione veneziana, è raffigurato il carro di Venere, con le colombe che lo trainavano e l’immancabile amorino.
Tipici del Liberi i raffinati incarnati, dalla particolare conduzione a “pennellate corpose e tinte calde e ben accordate” (Negro), così come il gesto della dea che stringe con una mano il viso dell’amato, ritrovabile in dipinti quali il Giove, travestito da Diana, seduce Callisto nelle sue varie versioni o il “Virtù e Prudenza”, della collezione del Marchese di Exeter a Stamford.