Jean Lemaire

JEAN LEMAIRE

Dammartin-en-Goële, 1601-Gailllon, 1659

Veduta di un foro romano al crepuscolo

olio su tela, cm 100×141

 

In quell’incredibile crocevia di artisti e di stili che fu la Roma del Seicento, città nella quale risiedettero, o dimorarono per periodi più o meno lunghi, la gran parte dei maggiori pittori del periodo, un ruolo di grande rilievo occupano le colonie di artisti forestieri, arrivati nell’Urbe da ogni luogo d’Europa. Tra questi la compagine dei francesi è sicuramente quella che riveste la maggiore importanza, con personalità di primo piano quali Simon Vouet, Claude Lorrain e Nicolas Poussin. Quest’ultimo, campione del classicismo secentesco e modello degli artisti in patria fino alla fine del Settecento, ebbe come compagno nel’Urbe il più giovane Jean Lemaire. Arrivati entrambi all’inizio del pontificato di Urbano VIII, verso il 1624, i due artisti abitarono insieme in città sotto la  protezione degli stessi mecenati, trai quali ricordiamo Cassiano del Pozzo, curatore del celebre Museo Cartaceo, e la potente famiglia Barberini, che proprio in quegli anni avviava con Bernini e Pietro da Cortona la florida stagione barocca.

Il dipinto che presentiamo, raffigurante un suggestivo crepuscolo tra le impressionanti rovine di Roma antica, è stato datato da Dell’Arco alla prima metà degli anni Trenta, ponendo in evidenza il “cielo degno di Poussin e Claude Lorrain”.

Un’altra versione autografa si trova nella collezione Devonshire a Chatsworth, Inghilterra.

 

Pubblicazioni:

“Ulteriori acquisizioni di Jean Lemaire” in “Antichità viva”, a cura di Vici Busiri, EDAM, Firenze, 1977, vol. XVI, n. 6, pp. 29-30, fig. 11.

“Studi barocchi: Jean Lemaire pittore antiquario” in “Fimantiquari – Arte viva”, a cura di Maurizio Fagiolo Dell’Arco, Promoter Unione, Milano, 1994, anno III, p. 40, fig. 17.

“Vedute di Roma dal medioevo all’Ottocento: atlante iconografico, topografico, architettonico”, a cura di Jörg Garms, Electa, Napoli, 1995, p. 19.

“Jean Lemaire, pittore antiquario”, a cura di Maurizio Fagiolo dell’Arco, Ugo Bozzi Editore, Roma, 1996, n. 30, p. 187.