Vaso di fiori su base in pietra con due tulipani

ANDREA SCACCIATI

ANDREA SCACCIATI

Firenze, 1642-1710

Vaso di fiori su base in pietra con due tulipani

olio su tela, cm 124×83

 

Andrea Scacciati, l’autore individuato da Sandro Bellesi nel suo studio sul dipinto, fu con Bartolomeo Bimbi il maggiore specialista del genere della natura morta nella capitale del Granducato. Formatosi con Mario Balassi e poi con Lorenzo Lippi, l’artista – riporta il suo principale biografo, il pittore Giovanni Camillo Sagrestani – fu da quest’ultimo avviato a “studiare dal naturale tutte le qualità di fiori, che in breve così fece e dato di mano a far quadri riuscì, il meglio che fusse in quel tempo in Fiorenza, dove fu impiegato da molti cavalieri e signori grandi”.

Alla fine degli anni Sessanta, Scacciati avviò una bottega incaricata di numerose commissioni da parte della casata regnante e di varie famiglie nobili. Per quanto riguarda i caratteri del suo stile, Bellesi evidenzia le “formule descrittive intrise di originale eclettismo, mutuate essenzialmente dalla conoscenza delle pitture fiamminghe e olandesi seicentesche […] e dalle raffinatezze delle composizioni floreali romane del celebre Mario Nuzzi, meglio noto come Mario de’ Fiori”.

La tela in oggetto mostra un ampio campionario di varietà botaniche – elencate in dettaglio dallo studioso – che si sviluppa in un variopinto insieme raccolto all’interno di un vaso in metallo sbalzato. La fattura di quest’ultimo e la sua particolare collocazione su un piano di pietra sbrecciata sono tra le caratteristiche che permettono, precisa Bellesi, insieme alla “vivace descrizione del mazzo, dai fiori ancora vivi e quasi dialoganti tra loro”, l’attribuzione al maestro toscano.

Per quanto riguarda la datazione, viene suggerita una collocazione tra la fine del nono e l’inizio dell’ultimo decennio del Seicento, in prossimità cronologica con i confronti più calzanti proposti, il Vaso in metallo dorato con fiori su un ripiano in pietra di collezione privata, datato 1688, e il Vaso dorato su un ripiano sbreccato in pietra di collezione privata, riferibile agli anni Novanta.