MAESTRO VENETO DEL XVII SECOLO
San Giuseppe in adorazione del Bambino e un angelo
olio su tela, cm 135×169,5
Per lungo tempo tenuto alquanto in disparte nell’iconografia religiosa, san Giuseppe, il padre putativo di Gesù, fu interessato da una crescente fortuna a partire dal Seicento. Sostenuto dalla devozione di Pietro d’Alcantara e Teresa d’Avila, e in generale dall’ordine dei Gesuiti, Giuseppe perse il suo ruolo marginale, divenendo protagonista centrale di raffigurazioni pittoriche di rilevante diffusione. Tra queste ricordiamo in particolare il Transito di San Giuseppe, ossia l’esemplare ‘buona morte’ del santo ormai vecchissimo, circondato dalla Vergine sua sposa e da Gesù suo figlio, soggetto sconosciuto al Rinascimento e che invece godette di grande popolarità nel periodo barocco.
Nel dipinto che presentiamo, Giuseppe, assistito da un angelo, è amorevolmente chinato sul Bambinello, ospitato entro una signorile culla. L’identità del santo è resa evidente dal particolare della verga fiorita che appare nell’oscurità sulla sinistra, attributo precipuo di Giuseppe che si ricollega all’evento miracoloso che, secondo la tradizione, lo fece scegliere come sposo di Maria.
Dal punto di vista stilistico, il dipinto manifesta di appartenere a quella fase artistica del tardo barocco ormai declinante, tra fine Seicento e primi decenni del Settecento, spesso caratterizzata da un recupero di manierismo: colori artificiosi, preziosismi, eleganze accentuate fino all’estremo.
Nell’angelo sulla sinistra, in particolare, sembra di ravvisare un’eco di Sebastiano Ricci, il grande artista veneziano e tra i più influenti autori a cavallo tra diciassettesimo e diciottesimo secolo, indizio che permette di ricondurre la nostra tela ad un ambito veneto o, in alternativa, lombardo, entrambi segnati dall’operato del maestro bellunese.