ANONIMO PITTORE CARAVAGGESCO NAPOLETANO
San Girolamo
olio su tela, cm 95×71
Tra i soggetti prediletti dai pittori che si adeguarono alle novità caravaggesche agli inizi del Seicento ha un posto di particolare rilievo San Girolamo. Il santo del IV secolo, dottore della Chiesa, primo traduttore della bibbia dal greco ed ebraico in latino, è stato raffigurato in innumerevoli tele nei primi decenni del Seicento, sulla scia delle sconvolgenti rappresentazioni che il Merisi aveva prodotto nella sua breve e tormentata carriera. Inoltre, la raffigurazione del vecchio santo, il corpo vizzo ed emaciato dallo studio e dalla penitenza, ben si prestava alle meticolose indagini condotte dai pittori di fede caravaggesca intorno al corpo umano con l’ausilio di luce radente nell’oscurità. In esse alle modulazioni tonali degli incarnati facevano da contrappunto l’acceso rosso dell’abito e lo squillante bianco delle pagine del libro o di un cranio, attributi del santo.
Il nostro San Girolamo vive anch’esso di questi accordi cromatici, con begli effetti di luce ottenuti con lo stagliarsi della penna bianca, bagnata dalla luce, sul petto in ombra e con sapienti riflessi luminosi sulla folta barba.
Per quanto riguarda la provenienza, questo dipinto sembrerebbe ricondurci in ambito meridionale, forse a Napoli, una delle zone in Italia maggiormente influenzate dal grande maestro, che vi passò durante la sua lunga fuga da Roma.