CARLO CERESA
San Giovanni Bianco/Bergamo, 1609 – Bergamo, 1679
Ritratto di giovane nobildonna
olio su tela, cm 131×98
Pochi dubbi possono sorgere sul rango sociale di questa giovane, ritratta mentra sfoggia una collana e gioielli di inusitata ricchezza. La preziosità dell’abito rivela con chiarezza l’appartenenza del personaggio all’élite dominante. Ad uno sguardo accurato, infatti, il pendaglio di aspetto ancora manierista appuntato sul petto rivela all’interno dell’elaborato disegno una corona marchionale, intrecciata ad altri decori.
Emilio Negro ha ricondotto l’opera alla mano di Carlo Ceresa, uno dei maggiori ritrattisti del Seicento, notando “un dipingere accurato di intonazione prettamente lombarda” unito a lievi influssi fiamminghi. Lo studioso istituisce confronti con varie opere dell’artista, allievo a Milano di Daniele Crespi, quali il Ritratto di gentildonna di casa Suardi, dell’Accademia Carrara di Bergamo, e la Gentildonna che mostra la perla, delle Civiche raccolte d’arte del Castello Sforzesco.
Particolarmente interessante è inoltre il raffronto con la Marchesa che stringe un rametto di fiori d’arancio, di collezione privata a Bergamo. In questa tela una donna di pari rango è infatti effigiata con una acconciatura e un abito dalla foggia assai simile, impreziosita come nel nostro ritratto da una appariscente goletta a pizzi. Persino le orificerie appaiono strettamente legate, fino ad includere anche nel dipinto bergamasco una corona marchionale.
L’esecuzione di quest’ultimo è stato collocato dalla Vertova tra il 1633 e il 1635, e la tela in esame può essere quindi riconducibile allo stesso giro di anni, nel periodo giovanile dell’artista.