ANONIMO PITTORE MANIERISTA
Resurrezione di Cristo
olio su tavola, cm 91×69
La tavola che presentiamo è un interessante esempio di derivazione da una celebrata incisione di Cornelis Cort, datata 1569 e forse a sua volta ispirata da un modello di Giulio Clovio (vedi The illustrated Bartsch, 52, New York, 1986, p. 114). L’esecuzione del nostro dipinto, che segue con notevole fedeltà l’incisione pur ammorbidendone l’asprezza e le angolosità conferite dall’artista nordico, si deve quindi collocare intorno all’ottavo, nono decennio del XVI secolo. La popolarità del modello grafico è testimoniata dall’esistenza di altre derivazioni. Una di queste, di collezione Gianfranco Luzzetti a Firenze, sostanzialmente variata nella figura del Cristo ma chiaramente ispirata allo stesso modello, è stata recentemente pubblicata con l’attribuzione a Taddeo Zuccari (vedi F. Baldassari in La bella maniera in Toscana, cat. della mostra a cura di F. Berti, G. Luzzetti, Firenze, 2008, n. 10, pp. 70-73). Il soggetto della Resurrezione di Cristo è uno dei più popolari e amati dagli artisti cinquecenteschi, che vedevano nell’esecuzione del tema sia la stimolante possibilità di confrontarsi con la rappresentazione dello stupore e della meraviglia dei soldati che l’occasione di raffigurare corpi virili in diversi atteggiamenti e posizioni, con il conseguente sfoggio di muscolature e torsioni che così affascinavano gli artisti in quel secolo così profondamente segnato dal magistero di Michelangelo.