JOHANN ANTON EISMANN
Salisburgo, 1604 – Venezia, 1698
Paesaggio
olio su tela, cm 101×134,7
La restituzione di questo dipinto al maestro originario di Salisburgo si deve a Dario Succi. Eismann, che, come evidenziato dallo studioso, “svolse un ruolo di primaria importanza nel far sorgere e nel diffondere la pittura di paesaggio a Venezia”, si trasferì in laguna intorno al 1660. Il tedesco risulta iscritto alla Fraglia dei pittori esercitanti in città dal 1687 al 1700 – ciò contraddirebbe la tradizionale data di morte – specializzandosi nella realizzazione di paesaggi e battaglie che rivelano, nel combinare natura selvaggia e rovine romane, l’influsso di Salvator Rosa, il tutto poi speziato dal caratteristico repertorio di animate macchiette che, secondo Succi, “precorre i tipi di Luca Carlevarijs”.
Particolarmente degna di nota la ‘resa atmosferica’ del cielo del nostro dipinto, una caratteristica che, come sottolinea Succi, già anni fa Eduard Safarik aveva evidenziato essere tra le maggiori attrattive dei dipinti del pittore tedesco.
Per quanto riguarda la datazione, l’autore della scheda sul nostro dipinto “per il particolare gusto compositivo e per la scioltezza della pennellata” propone il nono decennio del Seicento, in anticipo sui “capricci paesistici che sul finire del Seicento renderanno famoso Luca Carlevarijs, l’artista di origine friulana la cui formazione è sicuramente debitrice della lezione di Johann Anton Eismann”.