GIOVANNI STANCHI
Roma, 1608-1675
Natura morta con ortaggi, frutti e fiori
olio su tela, cm 95×131
Già presentato con un generico riferimento ad un maestro italiano operante a Roma nel XVII secolo, questa prorompente natura morta, di straordinaria fattura, è stata restituita alla mano di Giovanni Stanchi – la cosiddetta mano A nella non facile ricostruzione della bottega romana – da Mina Gregori. La studiosa colloca l’opera intorno al terzo decennio del Seicento, per il “naturalismo intenso” e per “particolari di aderenza al reale che discendono direttamente dal Caravaggio”, come in particolare le due splendide pere in basso a destra la cui epidermide “svaria nella colorazione” e “accusa imperfezioni e aggressioni dei vermi”.
Il linguaggio artistico degli Stanchi, e in particolare di Giovanni, il più anziano e verosimilmente il capo bottega, compare qui in tutti i suoi elementi caratteristici: i meloni aperti, il ramo di convolvoli rampicanti, i carciofi, i cesti di frutta, e l’apertura paesistica sullo sfondo.