CLEMENTE ZAMARA
Chiari (Brescia), documentato tra il 1480 e il 1540
Madonna orante col Bambino in trono
legno intagliato, scolpito, dorato e decorato in policromia, cm 83 altezza
Assisa in trono, le mani giunte in preghiera, la Vergine tiene sulle ginocchia il vivace Bimbo, sul cui petto spicca un rametto di corallo dipinto. Nella mano destra il Cristo infante tiene un piccolo aquilotto.
La cifra stilistica della coeva scultura Veronese, di autori quali Giolfino e Zabellana, risulta tradotta, in questa opera, in un linguaggio popolare, domestico, pervaso di una intima vitalità realistica. I panneggi sono caratterizzati da una certa ampiezza, mentre i volti sono contraddistinti da un’intensa coloritura rossa delle guance che dona all’espressione una timidezza contadina.
Clemente Zamara, formatosi probabilmente intorno al prozio Antonio, si pone tra la cultura artistica bresciana e la diretta suggestione della scultura lignea veneta, adottando un linguaggio personale dal linguaggio facilmente comprensibile, arricchito da un forte senso popolare. Un esempio prossimo stilisticamente, anche nel comune trono sfaccettato, nel nostro caso dipinto ad imitare un marmo rosso bordato in nero, è la Madonna col Bambino di San Girolamo a Gottolengo, Brescia, del 1519.