GIOVANNI MARIA BUTTERI

GIOVANNI MARIA BUTTERI

Firenze, 1540 circa-1606

Madonna con il Bambino e San Giovannino

olio su tela, cm 110×90

 

La Madonna, le mani giunte in atto di preghiera, osserva con uno sguardo affettuoso il figlio assopito, la cui testa poggia su un raffinato cuscino intessuto d’oro. Dietro al gruppo composto da Madre e Figlio si affaccia, bilanciato visivamente da un drappeggio sul lato opposto, un San Giovannino che accenna dolcemente al silenzio. Questo dipinto è con evidenza una realizzazione di scuola fiorentina della fine del XVI secolo, ancora intriso di una cultura che, come denunciano i ricercati cangiantismi della veste e – specie nel viso dai caratteristici occhi rotondetti – i richiami pontormeschi nella figura del Battista, ha le sue radici nel raffinato mondo della Maniera toscana. Alessandro Nesi ha infatti ricondotto l’opera a Giovanni Maria Butteri, un pittore fiorentino che fu attivo tra 1570 e 1572 nel celebre Studiolo di Francesco I, celeberrimo ambiente decorato da statue, affreschi e pannelli dipinti, voluto dal granduca come proprio spazio privato in Palazzo Vecchio. Il Butteri realizzò poi numerosi dipinti sia per la città che per il contado, spegnendosi infine a Firenze poco addentro il Seicento. Secondo lo studioso l’opera manifesta “molte similitudini con altre opere tarde dell’artista” e in particolare, per “l’uso dei colori e la matrice stilistica dipendente dal Bronzino e Alessandro Allori” e per “la caratterizzazione del volto della Vergine”, con la Madonna col Bambino e santi della Badia di Vaiano (Prato) e con la Madonna del Rosario scoperta a Lari nel pisano. “La testa morbidamente riccioluta del Bambino”, invece, “ritorna pressoché identica in alcuni angioletti” dell’Assunta e santi della Pieve di Massa di Valdinievole (Pistoia). Per quanto riguarda la datazione, il Nesi propone una datazione intorno alla metà dell’ultimo decennio del Cinquecento.

Segnaliamo una copia più tarda di questa composizione apparsa in asta come “Italian school, early 18th century” a Bonhams, Knowle (4 ottobre 2011, n. 383).