ANTONIO TEMPESTA
Firenze, 1555-Roma, 1630
Goffredo di Buglione medicato da un angelo
olio su rame, cm 51×71
Questo rame di ragguardevoli dimensioni rappresenta un episodio della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. Il capitano dei crociati, Goffredo di Buglione, ferito durante l’assedio di Gerusalemme (“quando a lui venne una saetta a volo/ e ne la gamba il colse e la trafisse/ nel piú nervoso, ove è piú acuto il duolo” XI, 54) è guarito miracolosamente con una medicina portata da un angelo. Il fido Eròtimo, che invano aveva tentato di guarire il condottiero, esclama allora al suo signore: “l’arte maestra te non risana o la mortal mia destra, maggior virtú ti salva: un angiol, credo, medico per te fatto, è sceso in terra, ché di celeste mano i segni vedo: prendi l’arme; che tardi? e riedi in guerra” (XI, 74-75).
Giancarlo Sestieri ha riferito il rame al pittore fiorentino Antonio Tempesta in occasione della sua pubblicazione per una recente mostra curata dallo studioso (Pugnae. La guerra nell’arte, cat. della mostra a cura di G. Sestieri, L’Aquila, 2008, pp. 18-19). Artista di fondamentale importanza per lo sviluppo seicentesco del genere della ‘battaglia’, il Tempesta si formò secondo le fonti con lo Stradano e fu aiuto del Vasari nell’impresa decorativa di Palazzo Vecchio. Realizzò inoltre un numero assai rilevante di incisioni, tra le quali particolarmente famose sono proprio quelle della serie ispirata all’opera del Tasso, una delle quali, sebbene con notevoli variazioni, è probabilmente all’origine del nostro rame. Questo dipinto trova inoltre un calzante confronto con opere autografe del maestro come la Battaglia tra Cristiani e Turchi e la Battaglia tra fanti e cavalieri delle Gallerie Fiorentine, pubblicate da Marco Chiarini (Battaglie. Dipinti dal XVII al XIX secolo delle Gallerie fiorentine, Firenze, 1989, nn. 1-2) e più recentemente, nel 1999, da Sestieri (I pittori di battaglie, Roma, 1999, nn. 1-2, p. 513).