ANTONIO FRANCHI detto IL LUCCHESE

ANTONIO FRANCHI detto IL LUCCHESE

Lucca, 1638 – Firenze, 1709

Giardino di Venere

olio su tela, cm 141,5×117

 

Scrive Francesco Saverio Baldinucci intorno al 1725, nella sua vita di Antonio Franchi, celebre pittore lucchese che sostituì Justus Suttermans alla corte dei Medici come ritrattista di corte: “Per il Ser.mo G. Principe Ferdinando di glor. mem. colorì un quadretto in cui figurò il Giardino di Venere, in cui vedesi questa dea, che dorme con molti amoretti scherzanti all’intorno, e alcune ninfe che deliziando per il giardino fanno diverse azzioni”. Il dipinto, chiamato “Venerina”, era stato acquistato dal celebre personaggio della famiglia Medici nel 1684, ed è sicuramente il dipinto attualmente a Roma, Montecitorio, proveniente dalle Gallerie Fiorentine e per lungo tempo negli inventari di Palazzo Pitti. Questo “incantevole e fortunato dipinto”, oscillante tra “il classicismo arcadico degli epigoni dell’Albani e il “piglio umoresco di Pietro Testa” ma anche influenzato nel “gioco chiaroscurale” e nelle “audacie del tocco” dal Volterrano e dai Coli-Gherardi, riscosse un notevole successo. Sappiamo infatti che ne vennero fatte due repliche, una volta nel 1686 su commissione del marchese Bartolomei, poi ancora nel 1689. Una di queste due versioni potrebbe essere la nostra, che ripete a grandi linee la composizione del dipinto a Montecitorio e lo splendido gioco di luci e ombre che si svolge sui putti che svolazzano scherzosi intorno all’albero sul quale è steso il bel drappeggio rosso che protegge dalla luce la Venere dormiente. A conferma che si tratti di un’ulteriore, modificata versione dipinta dal Franchi, forse con qualche aiuto della bottega, il nostro dipinto differisce in vari particolari, ad esempio nella presenza di personaggi totalmente assenti nell’altro o nella maggiore profusione di svolazzi e panneggi, come quello che nella nostra tela si attorce intorno all’amorino in primo piano.