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Capriccio architettonico con il Colosseo

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CHARLES-LOUIS CLERISSEAU

d74

CHARLES-LOUIS CLERISSEAU

Parigi, 1722-Auteuil, 1820

Capriccio architettonico con il Colosseo

olio su tela, cm 64×113,5

 

Questo dipinto raffigura una veduta con architetture romane e vari personaggi che si aggirano o si riposano tra le pittoresche rovine, secondo un modello che, come rileva Giancarlo Sestieri, autore di un dettagliato studio dell’opera, deriva dai celebri capricci del piacentino Gian Paolo Panini. Il successo di quei dipinti, come ricorda lo studioso, spiega la notevole diffusione di opere ad essi ispirate eseguite da “validi artisti indipendenti che soggiornarono a Roma a contatto diretto col caposcuola piacentino, o almeno sicuramente con molte sue pitture”. Tra questi, Panini ebbe il suo maggiore seguito “oltre che in Italia, particolarmente in Francia […] grazie ai suoi ottimi rapporti coll’Accademia di Francia a Roma, presso la quale furono ospitati molti dei migliori giovani artisti transalpini del Settecento”. Charles-Louis Clerisseau, a cui Sestieri riconduce il presente dipinto, arrivato a Roma nel 1749, fu intimo amico del Piranesi e, come ricorda lo stesso, sappiamo che rivolse la sua attenzione all’opera del piacentino; in una lettera del 1752, infatti, il direttore dell’Accademia di Francia, J.F. De Troy, testimonia come in quel periodo il giovane pittore eseguisse dipinti ispirati al Panini.

In particolare quindi la nostra tela risulta riferibile alla fase giovanile del Clerisseau, pittore distinguibile dal Panini per “una esecuzione leggermente più dettagliata” a per i personaggi “più allungati e pittoricamente meno pastosi di quelli del piacentino, con personali tratti fisionomici che riportano appunto pertinentemente alla paternità del maestro parigino”. Tra i confronti addotti dallo studioso, si menzionano la coppia di vedute archeologizzanti già nella Galleria Gasparrini a Roma (con una similare rappresentazione del Colosseo) e il Capriccio con figure e rovine romane passato in asta nel 1991, del quale viene però segnalato l’ascendente dell’amico Piranesi e la probabile datazione ad una fase più matura.

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