SISTO BADALOCCHIO
Parma, 1585-1621
San Giovanni Battista
olio su tela, cm 143×153,5
Questo maestosa immagine del santo, i cui chiari incarnati, bagnati dalla luce, emergono vividi dall’oscuro recesso nel quale il Battista si riposa, è opera di un notevole artista parmense, Sisto Badalocchio. Pressoché coetaneo del suo grande compatriota, Giovanni Lanfranco, il nostro pittore, dopo un primo soggiorno dall’inizio del secolo con quest’ultimo e altre giovani promesse emiliane a Roma, periodo durante il quale collabora con Annibale Carracci alla decorazione della Galleria Farnese, nel 1609 torna nella sua città, restandoci per pochi anni. Risale al 1614 l’inizio di una nuova stagione nell’Urbe, che segue la parentesi reggiana con gli affreschi della cupola di San Giovanni Evangelista, dichiarazione d’amore per il grande modello dei pittori emiliani – e non solo – del Seicento, il Correggio.
A questa seconda fase romana dell’artista, intorno alla metà del secondo decennio, risale, secondo la scheda redatta da Giuseppe Berti questa grande tela, che come altri esemplari simili “ha a monte un prototipo di Annibale Carracci” – si tratta di una tela ricordata da Bellori e, forse, ritrovata da Denis Mahon nel 2001 – “e presenta gli inconfondibili caratteri formali di Sisto Badalocchio” durante questa fase stilistica.
Splendido lo squarcio di paesaggio, che ci ricorda i suggestivi esiti di un altro grande emiliano che stava sbocciando in quegli anni, il Guercino, autore negli stessi anni del Paesaggio al chiaro di luna di Stoccolma, Nationalmuseum.
Pubblicazioni:
“Sisto Badalocchio (Parma 1585-1621)”, a cura di Massimo Pirondini e testo di Giuseppe Berti, Marigo Art Books, Manerba del Garda, 2004, n. 51 bis, p. 133.