DOMENICO MANETTI

DOMENICO MANETTI

Siena, 1609-1663

Santa Maria Maddalena

olio su tela, cm 145×166

siglato e datato D.M. F. 1649

Allievo del padre Rutilio, pittore tra i maggiori del notevole panorama seicentesco senese, Domenico Manetti rimase con l’illustre genitore, collaborando in numerose opere fino alla morte di quest’ultimo, sopraggiunta il 22 luglio del 1639. Questo dipinto, sicuramente tra le migliori opere del Manetti junior – come Domenico sembra aver sancito apponendovi le iniziali e la data 1649 – appartiene al periodo creativamente più felice dell’artista senese, come stato già notato dalla critica: “la maggior parte delle opere più convincenti del M[anetti] è situata nel quinto decennio, allorquando la sua istintiva tendenza a mantenersi rigorosamente entro i confini degli stilemi paterni, tradotti in impianti compositivi statici e semplificati, non aveva ancora esaurito tutte le sue potenzialità espressive”.

La tela, riuscito connubio di gentile caravaggismo e preziosità toscane, è stata pubblicata recentemente. In essa si mostra la santa impegnata a vergare il passo tratto dal Vangelo “DNE Ecce quem amas infirm[atur]” (“Signore, ecco, colui che ami è malato”; Giovanni 11, 3) appoggiata su una splendida console barocca, sulla quale è posato anche un elaborato calamaio con l’arme della famiglia Sergardi.

A questo nobile casato, proveniente da Montalcino ma insediato a Siena sin dal Quattrocento, appartenne Achille Sergardi, Cavaliere di Santo Stefano (morto 3 aprile 1671) che fu governatore delle galere toscane dal 1647, ammiraglio dall’anno successivo e infine generale nel 1652, verosimile committente del dipinto come sembra indicare la croce dei cavalieri dell’Ordine fondato nel Cinquecento dal granduca Cosimo I che compare dietro l’arme di famiglia.

Pubblicazioni:

“Pittori senesi del Seicento”, a cura di Marco Ciampolini, Edizioni Nie, Siena, vol. 3, p. 240.