SCULTORE VENETO ATTIVO NEI PRIMI ANNI DEL XVIII SECOLO
Santo
legno di frutto, cm 98 altezza
La figura del santo è rappresentata in piedi, la mano destra appoggiata al petto, le gambe lievemente flesse in un incedere ideale verso la divinità. Il volto è fortemente caratterizzato, lo sguardo rivolto verso l’alto, la barba ed i capelli formati da ciocche lievemente arricciate. Risulta evidente la derivazione da modelli barocchi veneti come quelli di Francesco Pianta il Giovane o di Pietro Morando, entrambi attivi a Venezia nella seconda metà del XVII secolo, ove ad una certa gentilezza flessuosa del panneggiare si contrappone un forte espressionismo ritrattistico di derivazione ancora tardo-cinquecentesca.
Tuttavia i maggiori contatti stilistici con la nostra scultura si trovano in Trentino, ad esempio nell’opera dello scultore, nativo di Cles, Sisinio Antonio Prati (1702-1761), che rivela talune affinità con la nostra scultura: vi è infatti a Sanzeno, nella chiesa Dei Santi Martiri Anauniensi, un San Pietro dalla postura quasi speculare alla scultura in esame e nel San Paolo di Colle Tomino di Ossana si ritrova una veste panneggiata dalle stesse caratteristiche di fluidità.