“IMOLENSIS”
Attivo a Firenze intorno alla metà del XVI secolo
Sacra Famiglia con San Giovannino e Michelangelo nelle vesti di San Giuseppe
olio su tavola, cm 115×91
Il non comune interesse che suscita questa tavola è in buona parte da attribuirsi alla figura di San Giuseppe, il cui volto appare immediatamente riconoscibile in quello del grande Michelangelo Buonarroti, qui rappresentato nella sua maturità. Il ritratto, improntato ad un certo realismo e apparentemente non riconducibile ad una raffigurazione già esistente, potrebbe anche essere frutto, a detta di Alessandro Nesi, autore dello studio sul dipinto che presentiamo, di una conoscenza diretta di Michelangelo da parte del pittore. Quest’ultimo è stato abilmente individuato dallo studioso in quell’“Imolensis” che nel 1546 firma così, con il luogo di provenienza, un’altra Sacra Famiglia adesso al Museo Puskin di Mosca. Alla tavola conservata nel museo russo Nesi giustamente avvicina un dipinto di simile soggetto conservato nella chiesa di Cristo Re a Camucia (Arezzo) – della quale lo studioso rileva la significativa contiguità ad un disegno del Buonarroti – e una Sacra Famiglia con San Giovannino apparsa a Pandolfini (3 ottobre 2006, n. 185). Quest’ultima, dai modi più grafici rispetto alle altre due, ma indubitabilmente dello stesso autore – si vedano le fisionomie della Vergine nei tre dipinti – è l’opera che funge da trait-d’union con la nostra, condividendo con questa, oltre ai modi stilistici, anche la forte influenza dell’opera di Giorgio Vasari, insieme a Michelangelo evidentemente punto di riferimento per il nostro Imolensis.
La tavola che presentiamo deriva infatti, con lievi varianti, da un prototipo dell’artista aretino databile alla metà degli anni Quaranta (Monaco di Baviera, Alte Pinakothek). Creazione totalmente autonoma del nostro “Imolensis” è però l’effigie del grande maestro in veste di San Giuseppe, un interessantissimo esempio di quella ‘santificazione’ del Buonarroti, insostituibile modello per più generazioni di artisti fiorentini, che troverà nella devota e appassionata biografia contenuta nelle Vite vasariane il suo punto più alto.
Pubblicazioni:
“L’ombra paterna. Ambivalenze nell’arte e nel quotidiano”, a cura di Paolo Berrutti e Jennifer Celani, Edizioni Polistampa, Firenze, pp. 68 e tav. X.