GIUSEPPE MANCINELLI
Napoli, 1813 – Castrocielo, 1875
Mosè abbandonato dalla madre
olio su tela, cm 181×255
La tela narra un episodio tratto dall’Esodo biblico, l’abbandono di Mosè infante nelle acque del fiume Nilo per farlo sfuggire alle persecuzioni del faraone d’Egitto (Es. 2, 1-3).
Nell’Ottocento, i temi esotici e le ambientazioni di ricostruzione storica erano di gran successo, ne è esempio la prima del “Mosè in Egitto” di Gioacchino Rossini del 1818 al Teatro San Carlo di Napoli. Rese con maestria accademica, le splendide figure in primo piano nel dipinto, sembrano più appartenere al folclore locale, sulla collina, invece, si lascia scorgere un tempio e un obelisco raffigurato con un realismo tale da far credere che il pittore lo abbia potuto ammirare e dipingere dal vero.
L’autore di questa tela è riconducibile a Giuseppe Mancinelli. L’artista ottenne nel 1835, il pensionato artistico offerto dal Regno borbonico per proseguire gli studi a Roma dove si specializza con Vincenzo Camuccini, realizzando dipinti accolti con calore dalla critica, come il “Tasso alla corte di Ferrara” del 1841 (Napoli, Museo di Capodimonte). Dal 1851, Mancinelli insegna disegno presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, proponendo un classicismo di stampo purista.
Il nostro dipinto proviene dalla collezione del professor Fausto Nicolini (1879-1965), letterato e storico napoletano, come testimoniato da un cartellino della Regia Sovrintendenza alle Gallerie di Napoli che specifica autore e misure dell’opera (“Deposito per la tutela dai rischi di guerra, 1940, XVIII”, n. 031”). L’opera è anche ricordata da Capogrossi Guarna come “il Mosè abbandonato dalla madre, di colorito splendidissimo” nel lungo necrologio composto alla morte dell’artista nel 1875.
Pubblicazioni:
“Il Buonarroti”, a cura di Capogrossi Guarna, 1879, serie II, vol. X, quaderno III, xvi, pp. 96-107.