PIETRO LIBERI
Padova, 1605 – Venezia, 1687
Le muse e Pegaso fra le nuvole del monte Parnaso
olio su tela, cm 229×285
Questo interessante dipinto raffigura una ridente immagine del cielo e delle nuvole intorno alla cima del Parnaso, è popolato da otto muse, da vari amorini e da Pegaso, il cavallo alato che volando alto nel cielo simboleggia la Fama. Sulla tela sono raffigurate le fascinose divinità, figlie di Giove e della titanessa Mnemosine, che presiedevano all’ispirazione artistica.
L’analisi delle qualità stilistiche di questa grande tela riconduce alla mano di un maestro di scuola veneta attivo nel XVIl secolo, i cui punti di riferimento furono i grandi artisti del passato (Michelangelo e Raffaello) e della generazione precedente (Annibale Carracci e Pietro da Cortona). L’autore di questa opera fu sensibile alle sperimentazioni luministiche realizzate in scultura da Gian Lorenzo Bernini e agli accenti coloristici veronesiani, con rimando anche al classicismo di Guido Reni. Tali qualità rendono riconoscibile la mano dell’artista in Pietro Liberi, brillante uomo di mondo e pittore capace, discepolo del Padovanino e sicuramente uno degli artisti più valenti attivi nel pieno Seicento.
Liberi realizzò numerosi dipinti di carattere profano, molto ricercati ed apprezzati dai collezionisti a lui contemporanei per la loro tematica elegantemente sensuale ed erotica. Riguardo l’opera in esame, sono numerose le analogie con altre composizioni di Liberi, soprattutto la “Toeletta di Venere” (collezione del Banco Ambrosiano Veneto). Questo dipinto manifesta palesi analogie stilistiche con la nostra tela raffigurante “Le Muse e Pegaso fra le nuvole del monte Parnaso”, ovvero una temperie festosa vagamente emiliana rischiarata da tinte neo-veronesiane, caratteri ricorrenti nelle opere migliori realizzate dal Liberi negli anni fecondi della sua maturità artistica.