LOUIS CHÈRON
Parigi, 1660 – Londra, 1725
La piscina probatica
olio su tela, cm 77×65
L’episodio raffigurato è tratto dal Vangelo, e narra un miracolo operato da Gesù a Gerusalemme: “un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici” attendeva di essere guarito dalle acque di una piscina, rese di tanto in tanto prodigiose, per il primo che vi si gettava, da un angelo del Signore. Gesù vi scorse un paralitico che, non avendo modo di giungere all’acqua, attendeva da anni invano e gli disse: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina. E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare” (Giovanni 5,1-17).
Interessante ritrovamento questa tela, riferibile, come ci è stato confermato da Giancarlo Sestieri, al pittore francese Louis Chèron, artista che secondo il d’Argenville fu sei anni in Italia, recandosi prima a Roma e poi a Venezia, per poi tornare in Francia e portarsi infine in Inghilterra. Nella città lagunare l’artista lasciò l’unica opera nota in terra italiana, la grande Piscina probatica di San Pantaleone, del 1683, “forse il punto più avanzato e programmatico di un classicismo accademico che si collocava nel quadro della cultura figurativa veneziana, tra la corrente neoveronesiana con le sue conseguenze presettecentesche e gli ultimi aneliti del naturalismo dei ‘tenebrosi’ ”. Il rapporto tra la grande opera veneziana e questa tela, le cui ridotte dimensioni possono spiegare il veneteggiante pittoricimo che la distingue in parte dalla versione monumentale, è evidente in particolar modo nell’angelo in volo, in entrambe le tele raffigurato ad ali spiegate con la stessa capigliatura fluente, nei tipi dei personaggi e nell’impaginatura architettonica, di chiara matrice classicista. L’attribuzione al maestro francese del nostro dipinto ci pare ulteriormente confermata dall’incisione S. Pietro guarisce il paralitico – si noti la vicinanza nei personaggi e l’identica pavimentazione a larghe lastre – pubblicata da Nicola Ivanoff e dal modelletto preparatorio recentemente pubblicato.