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La comunione della Maddalena

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VINCENZO SPISANI dello lo SPISANELLI

d321

VINCENZO SPISANI dello lo SPISANELLI

Orta Novarese, 1595 – Bologna, 1662

La comunione della Maddalena

olio su lavagna, cm 68×54

 

Secondo una tradizione particolarmente cara alla scuola veronese, scuola alla quale significativamente la nostra opera era ricondotta in precedenza, la scena raffigurata in questo dipinto emerge vivace dal fondo nero naturale della lavagna. Ad essere rappresentato in questo bell’esemplare, ancora tardo cinquecentesco nelle raffinate eleganze lineari e coloristiche dell’angelo, è l’episodio in cui la Maddalena, pentita della passata vita di peccatrice, viene comunicata da un angelo durante la sua penitenza nel deserto. In basso a sinistra, una lontana città allude al mondo lasciato alle spalle dalla santa.

L’attribuzione che proponiamo a Vincenzo Spisani, allievo piemontese del Calvaert a Bologna, si basa su raffronti con opere quali il San Carlo Borromeo al sepolcro di Varallo, della Pinacoteca Nazionale di Forlì (Fondazione Zeri), e la Deposizione di Cristo nel sepolcro della collezione Molinari Pradelli, già riferita a Tiarini e a Badalocchio ma ricondotta ormai da tempo al pittore originario del Piemonte, con una datazione tra il 1620 e il 1630. Nel primo caso è illuminante il particolare andamento dei panneggi della veste del santo, che trova un preciso riscontro negli abiti raffigurati nella nostra lavagna, mentre nel secondo ci pare degno di nota il confronto tra i volti del San Giovanni e dell’angelo che regge la corona di spine – si noti anche il peculiare andamento fiammeggiante dei capelli – e quelli rispettivamente dell’angelo che comunica la Maddalena e dei cherubini che coronano, in alto, il dipinto in esame.

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