EBE
gesso dipinto a finto marmo
Dea della giovinezza, Ebe nella mitologia classica aveva il compito di versare la pozione di immortalità agli altri dei, ed è quindi sempre raffigurata con una coppa in mano e una piccola brocca nell’altra. La scultura in esame, della quale non conosciamo altre versioni, sembra mediare con grande efficacia le due più famose realizzazioni di questo tema in scultura, entrambe di età neoclassica: l’interpretazione mossa e leggiadra di Antonio Canova, il primo esemplare è quello di Berlino, Staatliche Museen, del 1796, e quella solenne e rarefatta di Bertel Thorvaldsen, la cui versione maggiormente nota, conservata nel Thorvaldsen Museum di Copenaghen, risale al 1806.
Se infatti la posizione della fanciulla nel nostro gesso, e vari particolari, ricordano più da vicino il marmo dello scultore danese, il panneggio gonfiato dal vento alle spalle della nostra Ebe, e la vitalità della figura, sembrano ispirate all’opera canoviana.
Roma, primo quarto del XIX secolo
cm 83 altezza