ARCA SEPOLCRALE
marmo bianco con inserti di marmi policromi e lumeggiature in oro
Questo raffinatissimo elemento scultoreo costituiva parte, originariamente, di un monumento parietale di grande importanza. Dobbiamo quindi immaginarci quest’arca, opera di chiara impronta tardo rinascimentale, sorretta da mensole – sono ancora presenti gli elementi superiori decorati da teste di cherubino – e sormontata da un coperchio sul quale, probabilmente, si trovava in origine scolpita la figura del defunto.
Come ricostruito da Alberto Bruschi, autore di un dettagliato studio artistico e araldico sul manufatto, questo doveva un tempo trovarsi all’interno di un edificio – dettaglio suggerito dall’ottima conservazione – e in posizione elevata, come indica la presenza di “un elemento decorativo formato da un doppio tetrapetalo”, visibile solo con una collocazione opportuna.
Nonostante l’assenza del nome e dei dettagli relativi al personaggio, un tempo contenuti in una epigrafe posta nella cartella al centro, “i due scudi di foggia accartocciata portanti armi di famiglia e scolpiti sul davanti” ai lati ci restituiscono i nomi di due famiglie a questi legate: a destra l’arme è relativa ai Fantucci di Siena (“D’azzurro, al sole d’oro accompagnato da tre stelle di sei raggi dello stesso”), mentre a sinistra si riferisce ai Marzetti di Altidona (“D’azzurro, alla cometa ondeggiante d’oro, sovrastante un mare al naturale”).
I Crollalanza riferiscono dei primi la dimora a Siena e nel contado senese, mentre i secondi, originari degli Abruzzi e poi stabilitisi a Viterbo, sono ricordati anche in altre città italiane quali Pesaro e Bologna.
Italia Centrale, seconda metà del XVI secolo
cm 66x210x72