JUAN DE JUNI, cerchia di
Joigny (Francia), 1506-Valladolid, 1577
Adorazione del Bambino
legno scolpito, dorato e decorato in policromia, cm 122 x 84
Questo rilievo di notevoli dimensioni raffigura con grande efficacia e immediatezza la nascita di Cristo, sorprendendo per l’affascinante connubio di monumentalità e forme nobili di derivazione italiana, apprezzabili ad esempio nel michelangiolesco volto della Vergine che depone – o solleva – il Bambino dalla culla o nel bel profilo classicheggiante dell’angelo al centro, e motivi più schietti e popolari di matrice spagnola. A questa categoria rimandano il volto espressivo e ‘caricato’ del san Giuseppe e l’architettura accennata sullo sfondo, non riconducibile ad esempi aulici. Decisamente iberico è anche il forte aggetto delle figure, vicino al tutto tondo, e la preziosa e abbondante doratura delle superfici.
La scultura, probabilmente in origine parte di una monumentale ancona lignea, è riconducibile a un artista castigliano, e più precisamente all’ambito dello scultore Juan de Juni, come suggeriscono ad esempio le forti affinità con i rilievi del retablo della Cappella Benavente (Medina de Rioseco, Santa Maria). Giancarlo Gentilini, che ringraziamo per il suggerimento, ci ha fatto notare come quest’opera confermi quei contatti degli scultori spagnoli del Cinquecento con l’arte di Jacopo della Quercia su cui si era soffermata in passato Maria Grazia Ciardi Duprè.
De Juni fu, con Berruguete, tra i protagonisti della scultura in Spagna e, come lui, debitore alla propria formazione italiana. L’artista infatti da giovane fu a Roma prima di tornare in patria nel quarto decennio del sedicesimo secolo, lavorando a León, Segovia e soprattutto Valladolid, città ove si spense nel 1577.