DAVID
bronzo fuso; capitello in pietra scolpito
“Ritornato poi a Firenze [da Roma] con danari, fama ed onore, gli fu fatto fare di bronzo un David di braccia due e mezzo, il quale finito, fu posto in palazzo al sommo della scala dove stava la catena, con sua molta lode” (G. Vasari).
Questa, nel conciso resoconto del Vasari, la vicenda della realizzazione da parte di Andrea del Verrocchio (Firenze 1434/7-Venezia 1488) del celebre gruppo scultoreo del David con la testa di Golia, tra le icone del Quattrocento fiorentino. Commissionato dalla famiglia Medici, l’opera fu acquistata dalla Signoria nel 1476, che sistemò il bronzo all’ingresso della Sala dei Gigli, ove rimase fino al Seicento. Passata nella Guardaroba granducale, la scultura fu poi collocata negli Uffizi per infine pervenire al Bargello prima del 1870. La testa di Golia è stata alloggiata tra le gambe dell’eroe solo in seguito a quest’ultimo trasferimento, dopo un periodo in cui si era perso il legame con la statua, tanto che i due pezzi furono per lungo tempo esposti separatamente; in origine la testa doveva essere posta a lato.
Il bronzo che presentiamo, fascinoso esempio di assemblaggio antiquariale del diciannovesimo secolo, è costituito da una riproduzione di grandezza lievemente minore dell’originale (126 cm.) posta su un capitello quattrocentesco in pietra. La mancanza della testa di Golia potrebbe far pensare che il calco dal quale deriva il nostro bronzo sia stato eseguito prima dell’approdo al Bargello, ossia in un periodo anteriore al 1870, quando più facile sarebbe stato eseguire l’operazione. Il nostro David, frammentario – il braccio con la spada risulta spezzato al di sopra del gomito – e con alcune riparazioni, presenta alcune varianti rispetto all’originale del Verrocchio, in particolare negli orli del corpetto e nel bordo inferiore della veste che, anziché esibire i caratteri pseudo-kufici dell’esemplare del Bargello, presentano una più semplice decorazione a incisioni parallele. Questo e altri dettagli dimostrano come, verosimilmente nei decenni centrali dell’Ottocento, periodo che vide la riscoperta e piena valorizzazione della statuaria quattrocentesca, si sia voluto riprodurre l’opera verrocchiesca per creare una scultura in qualche misura autonoma, e che potesse persino essere creduta una variante antica dello stesso autore.
Il basamento della nostra scultura è costituito da un originale capitello in pietra quattrocentesco. Di stile composito, l’elemento scultoreo presenta su due lati scudi a testa di cavallo: sul primo è posto un castello aperto, murato e turrito di due pezzi merlato alla ghibellina, sostenente un’aquila dal volo spiegato. Alla figura del castello è accostata, a destra, la lettera capitale L e a sinistra la V, forse iniziali del committente. Il secondo accoglie un Tau dalle estremità a coda di rondine. La foggia dello scudo a testa di cavallo compare nel Quattrocento con Donatello e conosce un momento di una certa fortuna in Toscana nel corso del XV secolo.
Toscana, statua XIX secolo; capitello XV secolo
cm 123; cm 32,5 capitello