PAUL BRIL
Anversa, 1554 – Roma, 1626
Paesaggio con Pan e Siringa
olio su tela, cm 49×71
Dinanzi ad un sereno paesaggio, una vallata amena percorsa da un placido fiume, il dio Pan insegue la ninfa Siringa. L’occhio dell’osservatore è invitato a indagare attentamente la tela, impreziosita con incredibile dovizia di particolari: minuscoli uccelli variopinti, un cavaliere che avanza su un distante sentiero, ville e antichi manieri in lontananza. La luce filtra dalle nuvole illuminando a sprazzi le colline al di là dell’ombrosa quinta sul proscenio.
Questa visione lenticolare, particolarmente apprezzabile per l’eccellente stato di conservazione, unita ai caratteristici toni freddi dalla dominante azzurra, sono elementi caratteristici dell’autore della tela, il fiammingo Paul Bril. Più precisamente, come segnalatoci da Francesca Cappelletti autrice di una scheda sull’opera in esame, “il dipinto, nella sua partizione in una zona a sinistra chiusa dagli alberi intorno a una radura in ombra e in una parte destra che si apre sul paesaggio fluviale e su un sovrapporsi di colline tondeggianti verso l’orizzonte, è tipico della produzione di Paul Bril negli anni Venti del Seicento”.
Ricordato nella Città Eterna a partire dalla fine dell’ottavo decennio del Cinquecento, l’artista nativo di Anversa divenne il caposcuola della pittura di paesaggio a Roma, città nella quale godette di grande successo, fino a divenire Principe dell’Accademia di San Luca nel 1620.
All’anno che segue l’importante riconoscimento risalgono entrambi i dipinti, firmati e datati da Bril, indicati dalla Cappelletti come confronti per la nostra tela: il Paesaggio con Cefalo e Procri di Palazzo Barberini e il Paesaggio con Guado della collezione Denis Mahon. La studiosa evidenzia anche il rapporto con il rame conservato al Louvre dello stesso soggetto della nostra opera, anch’esso riconducibile al 1620-1621, nel quale le due figure di Pan che insegue Siringa “sono rappresentate nello stesso atteggiamento ma in controparte rispetto al nostro dipinto”.