CORNELIS SCHUT
Anversa, 1597-1655
Allegoria dei quattro elementi
olio su rame, cm 76×110
Il magistero rubensiano appare inequivocabilmente ricordato nel dipinto su rame di eccezionali dimensioni che presentiamo, raffigurante una suggestiva impersonificazione dei quattro elementi: Cerere per la terra, Vulcano per il fuoco, Mercurio per l’aria, e il fiume – l’uomo disteso in primo piano attorniato da ninfe – per l’acqua. Tipiche del caposcuola fiammingo le prosperose nudità muliebri, il linguaggio magniloquente, gli incarnati cangianti, il movimento della scena, fino a vere e proprie citazioni come la figura di Mercurio, presente assai simile nel Giudizio di Paride della National Gallery di Londra. Oltre a individuare il palese legame con Rubens con confronti come quello citato, Alessandro Nesi ha indicato come autore dell’opera Cornelis Schut, che del maestro di Anversa fu seguace e collaboratore. Lo studioso, che ricorda nel suo studio sull’opera anche gli apprendistati giovanili di Schut con Abraham Janssens e Daniel Seghers e un soggiorno romano dell’artista tra il 1624 e il 1627, segnala come dell’autore si conosca un altro dipinto con la stessa composizione “ritenuto derivante da un prototipo disperso” nella monografia sul pittore fiammingo e come una incisione sia stata tratta da Jan Popels, corredata in basso da un passo delle Metamorfosi di Ovidio (XV, 239-244). Quest’ultima, oltre che differire in alcuni particolari sia nei confronti dell’esemplare conosciuto che del nostro rame, risulta in controparte rispetto a questi ed è quindi da considerarsi non all’origine degli stessi, bensì da essi ispirata.