CASSETTA AD URNA DEL VESCOVO JACOPO VAGNUCCI
legno intagliato, dorato e parzialmente decorato in policromia
Secondo l’epigrafe latina presente sul retro del coperchio, questa preziosa cassetta lignea ad urna sarebbe stata eseguita nel 1462 per volere del Vescovo di Perugia, Jacopo Vagnucci:
“+ EGO IACOb EPUS P[er]USINUS hANC URNAM FECI FIERI Ad hONOREM S LAURENTII MCCCCLXII”
Iacopo Vagnucci (1416-1487), nativo di Cortona, fu Vescovo di Perugia tra il 1449 e il 1482. Munifico committente di oggetti d’arte, affidò nel 1484 al conterraneo Luca Signorelli la realizzazione della Pala di Sant’Onofrio conservata al Museo dell’Opera del Duomo di Perugia, uno dei capolavori del pittore.
Come ricordato dall’iscrizione, la cassetta era dedicata a San Lorenzo, raffigurato nella riserva centrale dinanzi ad un sereno paesaggio umbro. Impreziosiscono le altre cartelle geometriche pregevoli decorazioni ‘a estofado’, graffite su fondo oro, nell’alternanza del rosso e del blu.
L’arme Vagnucci, che appare da entrambi i lati del reliquiario timbrata dalla mitria vescovile corredata di infule, così si blasona: D’azzurro, all’orso levato d’oro, coronato dello stesso, tenente con le branche anteriori un ramo di verde fiorito di tre pezzi di rosso.
Un esaustivo studio di Mauro Minardi ha chiarito vari aspetti legati alla creazione di questo raro manufatto. Lo studioso nota innanzitutto come il San Lorenzo e lo stemma Vagnucci si ritrovino con evidenti somiglianze nel Messale commissionato dallo stesso vescovo conservato presso la Biblioteca Capitolare di Perugia (ms. 10, c. 7r), la cui decorazione è attribuita a Pierantonio di Niccolò del Pocciolo e databile intorno al 1475. Segnala inoltre come l’arme del presule ritorni assai simile anche in un reliquiario donato nel 1458 alla pieve di Santa Maria di Cortona (ora Museo Diocesano), che presenta anche una iscrizione confrontabile con quella della nostra cassetta.
Alcune peculiarità della decorazione di quest’ultima – in particolare “l’articolato disegno polilobato creato dalle modanature a rilievo nella cassa”, “la raffinata decorazione vegetale su fondo blu e rosso” e “la decorazione a losanghe nella parte tegale della cassa” – non sono consone ad una realizzazione nella data 1462 indicata nell’iscrizione, trovando invece convincenti paralleli in esempi pittorici della fine del Quattrocento. Queste caratteristiche inducono Minardi “a prospettare una genesi dell’opera non prima del 1480-90 circa”, forse in sostituzione del manufatto commissionato dal vescovo Vagnucci nel 1462.
Umbria, fine del XV secolo
cm 36x52x38