FEDELE FISCHETTI
Napoli, 1732-1792
Giardino di Venere
olio su tavola, cm 85,5×99,5
Probabilmente raffigurante una non comune iconografia quale il Giardino di Venere, soggetto ricordato ad esempio dal Baldinucci parlando del dipinto di Antonio Franchi per Montecitorio, questa vivace rappresentazione è un eccelso esempio di pittura decorativa napoletana. Di grande qualità esecutiva, quest’opera si fa ammirare per la grazia delle movenze, i levigatissimi incarnati, e la raffinatezza di particolari quali i bouquet di fiori o il fregio fitomorfo. Come evidenziato da Mina Gregori, che ha ricondotto la composizione all’artista partenopeo forse con l’aiuto di qualche assistente, con buona probabilità in origine questa tavola adornava uno stipo, o una portantina, o una carrozza, come fa pensare sia il fondo oro, “caratteristica che si trova a Napoli in dipinti con spiccate qualità decorative”, sia la ghirlanda che corre tutto intorno all’opera.
Fedele Fischetti si sviluppa in ambito postsolimenesco, con evidenti ricordi dell’arte anche dei concittadini De Matteis e De Mura, e crescente interesse per il classicismo di Batoni. Questi interessi sono riflessi nelle più antiche opere datate, che risalgono al sesto decennio e che mostrano le più strette affinità con l’opera in predicato, mentre progressivamente la sua arte tende sempre più verso un gusto di stampo neoclassico, come testimoniano ad esempio le tele per il Palacio Real di Madrid, più vicine alle novità introdotte in città da Anton Raphael Mengs e dalla Kauffmann.