La suggestiva composizione circolare in stucco policromo che presentiamo è ancora racchiusa nella cornice originale, impreziosita agli angoli da racemi dipinti parzialmente leggibili. Un cordolo dorato circonda il tondo, caratterizzato da aggetti alquanto pronunciati. Come ricostruito da Giancarlo Gentilini all’origine dell’opera è uno splendido rilievo marmoreo riferito a uno dei maggiori pittori del Cinquecento a Firenze, il Pontormo (C. von Holst, Ein Marmorrelief von Pontormo, in “Jahrbuch der Berliner Museen”, 8 Bd. (1966), pp. 204-230).
Vasari ricordava modelli in terracotta da lui realizzati. Inoltre, in una notazione inventariale del 1557, pochi mesi dopo la morte dell’artista, una “nostra donna di marmo di m° iappocho da pontormo”, proveniente dalle stanze del duca, esce dalla Guardaroba medicea con l’assenso di Eleonora di Toledo (von Holst, cit., p. 226), con buona probabilità identificabile col tondo di SAant’Agata, prototipo del nostro.
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