Jacopo Chimenti detto Empoli, tra i maggiori protagonisti del superamento delle bizzarrie e concettosità del Manierismo realizzò questa dipinto intorno al secondo decennio del Seicento. La composizione, una splendida fanciulla accompagnata da un simpatico mostro a fauci spalancate, era già nota agli studi. Una versione, già in collezione privata fiorentina, è stata pubblicata più volte come opera dell’artista sin dal 1980, per poi essere esposta in mostra nella grande mostra monografica del Chimenti tenutasi a Empoli nel 2004. La scheda del dipinto (R. Spinelli in Jacopo da Empoli, 1551-1640, pittore di eleganza e devozione, cat. della mostra, Cinisello Balsamo, 2004, n. 51, pp. 204-205) evidenziava la possibilità che il volto della donna fosse un ritratto e i debiti dal Cigoli per il carattere ‘fiorito’ della veste e la ‘”sbrigliatezza” esecutiva nel drago, datando l’opera al secondo decennio. Spinelli ricordava inoltre l’esistenza di un disegno preparatorio per la figura della martire, conservato all’Accademia di Scienze e Lettere la Colombaria di Firenze, e una menzione inventariale di “una santa con croce in mano dell’Empoli” presente a metà Seicento in collezione Niccolini (Spinelli cit., 2004, p. 204). L’immagine, nota anche per una ulteriore versione autografa trascorsa sul mercato antiquario, dovette quindi godere di una certa popolarità, stimolata dal presunto potere della santa come protezione delle partorienti.
Di prossima pubblicazione sul catalogo 15, 2020, in uscita a Ottobre.