MAESTRO G.M.
Prima metà del XVIII secolo
Ratto di Deianira
olio su tela, cm 183×148
firmato G.M.
L’episodio mitologico di Nesso che attenta alla virtù della bella Deianira, moglie di Ercole, è qui raffigurato nel momento culminante. Il bramoso centauro, in procinto di rapire la fanciulla, riceve dal semidio infuriato la freccia che lo ucciderà. Pervaso di enfasi e dinamismo barocchi, il dipinto mette sapientemente in evidenza il candido corpo seminudo della donna, illuminato entro il bosco in penombra.
Una iscrizione presente in basso a destra nel dipinto, contenente le iniziali G e M seguite dalla F (probabilmente di “fecit”), offrono la possibilità allettante di ricondurre questo vigoroso dipinto ad un maestro al momento ancora ignoto, che avrebbe realizzato il quadro nel 1709 o 1739, a seconda della lettura della terza cifra.
Ammirabile ad esempio per la rapidità ed efficacia con cui è risolto il volto sofferente di Nesso, evidentemente esemplato su modelli antichi quali il Laocoonte, il dipinto esibisce un disinvolto ductus pittorico, che sembra indicare una provenienza dalla scuola veneta o che avesse questa come riferimento. Allo stesso modo risulta evidente il ricordo delle opere di Pietro Liberi, maestro specializzato in dipinti licenziosi popolati di fanciulle di impronta veronesiana.