GIOVANNI DI NICCOLÓ MANSUETI
Venezia, 1485 – 1527
Madonna col Bambino
olio su tavola, cm 59×46
data: 1510-1515
L’individuazione di questa tavola e il riconoscimento del suo autore si deve a Mattia Vinco, che ha poi trovato conferma della sua intuizione grazie al ritrovamento di una vecchia riproduzione b/n nella fototeca di Federico Zeri (inv. 62482, n. 25362) con l’attribuzione del conoscitore all’artista veneziano e la notizia della sua provenienza ante 1974 dalla collezione O. Klein di New York.
Il Mansueti, che sappiamo legato a Gentile Bellini fin dai suoi inizi – “nel cartiglio del telero con il Miracolo della reliquia della Santa Croce in campo S. Lio, egli si dichiara “discepolo di Bellini”, verosimilmente in riferimento a Gentile” – mostra in seguito anche prestiti da Carpaccio, Cima da Conegliano e soprattutto Giovanni Bellini.
Vinco, che nel suo esaustivo studio colloca l’esecuzione di questa tavola tra il 1510 e il 1515, nota come il “Gesù Bambino sbilanciato su un lato e in atto di benedire” rappresenti “una soluzione adottata di frequente da Giovanni Mansueti”, così come la “Madonna seduta, con le gambe e il busto ruotati generalmente verso sinistra e la mano a sostenere il piede di Gesù Bambino”. Caratteristica anche la “crettatura regolare e uniforme” della biacca, “dovuta probabilmente alla composizione del pigmento”, ritrovata dallo studioso in altre opere dell’artista, quali ad esempio la Madonna con il Bambino, San Giovannino e San Benedetto dello stesso Mansueti, già in collezione Berenson a Firenze. Allo stesso modo è peculiare dell’autore veneziano il marcato disegno sottostante riemerso alla vista col passare dei secoli, particolarmente evidente “all’altezza della mano sinistra della Madonna e del piede sinistro di Gesù Bambino” e “da ascrivere probabilmente all’utilizzo di un cartone”, disegno ritrovabile in maniera similare in opere come il Cristo in pietà tra la Vergine e San Giovanni evangelista dello Statens Museum for Kunst di Copenhagen (KMS 556).
Pubblicazioni:
Catalogo Fototeca Fondazione Zeri, inv. 62482, scheda n. 25362.