Enea e Acate parlano con Venere sotto le sembianze di cacciatrice

GIOVANNI BOULANGER

Troyes, 1606 circa – Modena, 1660

Enea e Acate parlano con Venere sotto le sembianze di cacciatrice

olio su tela, cm 202×159

La scena raffigurata nel dipinto narra l’episodio dell’Eneide in cui Enea ed Acate incontrano la dea Venere, sotto le sembianze di una guerriera, che indica ai due condottieri la via per Cartagine.

Secondo l’esperta d’arte Arabella Cifani, la tela evidenzia in modo inequivocabile lo stile del pittore francese Jean Boulanger per “una forte ricerca di naturalezza, di remota radice correggesca, resa nella freschezza degli incarnati e nei setosi riflessi nei capelli”. Il soggetto rappresentato è, inoltre, inusuale e particolarmente raro fino al Settecento.

Boulanger approdò in Italia molto giovane come allievo di Guido Reni, tra il 1626 e il 1637, ed ebbe molto successo alla corte estense per la quale eseguì vari lavori presso il Palazzo ducale di Sassuolo. Il suo stile è perfettamente in linea con la “ricettività culturale che caratterizza gli artisti francesi in Italia” nella prima metà del Seicento, una combinazione tra la scuola emiliana dei Carracci e Reni con quella francese.

Nel nostro dipinto si evince la stesura morbida di Boulanger, la luminosità diffusa alla maniera di Reni nella sua maturità e richiami al colorismo veneto, riconoscibili nelle pennellate veloci e nelle sfumature rosate.

Molti sono i raffronti possibili con le opere di Boulanger presso il Palazzo ducale di Sassuolo, ricchi di guerrieri e figure femminili che richiamano nella posa e nei lineamenti la nostra Venere.

La tela è collocabile dunque intorno agli anni Trenta del XVII secolo, probabilmente nel periodo in cui il pittore ha iniziato i lavori a Sassuolo.