ARTISTA ANONIMO DELLA FINE DEL XVIII SECOLO
Coppia di battaglie
olio su tela, cm 42×37,5
I secoli che videro la diffusione delle scene di battaglia come genere a sé stante furono senza ombra di dubbio il Seicento e il Settecento. Il crescente interesse per la pittura di battaglia, con le sue innumerevoli varianti, rifletteva infatti il mutato scenario politico, le innovazioni dell’artiglieria e le nuove strategie che queste comportarono.
Le piccole battaglie che qui presentiamo, concepite come pendant, sono un perfetto esempio di questo nuovo orientamento del gusto, slegato dagli intenti di una precisa committenza ma indirizzato verso una produzione su larga scala, nel quale l’anonimo pittore di questi dipinti si inserisce appieno.Ambientati in un golfo su cui sorgono antiche rovine, i due scenari potrebbero alludere a momenti diversi del medesimo scontro, come sembrano indicare i dettagli.
Nel primo ovale, il personaggio a cavallo col cappello piumato stende il braccio nell’atto di indicare il punto in mare in cui già impazza la battaglia, ben rappresentata dai bagliori dei fuochi di cannone resi con sottili pennellate semicircolari concentriche. Sulla destra una piccola barca porta alcuni soldati sull’imbarcazione poco distante, probabilmente diretta verso il teatro dello scontro. Un altro dettaglio particolarmente interessante è il soldato seduto, intento a caricare il fucile come per prepararsi all’azione.
Nel secondo ovale, l’intradosso e il lato sinistro dell’arco risultano fortemente illuminati da bagliori provenienti dal fondo, che lasciano alludere a una battaglia in atto. Sulla destra, appoggiato alla ruota di un cannone e in uniforme rossa dai dettagli dorati, il comandate impartisce un ordine col bastone la cui traiettoria indica l’uomo a cavallo, rivolto verso il mare, intento infatti a dare un segnale di tromba. A sinistra un soldato si china su un corpo inerme e seminudo portato a riva, forse quello di uno dei soldati morti durante lo scontro navale.
Un interessante dettaglio è da notare nella presenza degli elmetti che rimandano alla cultura bellica d’Oltralpe alla quale è ascrivibile anche il nostro pittore.