ViIVIANO CODAZZI e ADRIAEN VAN DER CABEL
Valvassina, Bergamo, 1603 circa – Roma, 1670 / Rijswijk, 1631 – Lione, 1705
Capriccio architettonico con marina
olio su tela, cm 47×66
Non sono rari nel Seicento i casi di collaborazioni tra artisti specializzati in ‘generi’ diversi, come fioranti e pittori di figura, pittori di figura e paesaggisti, oppure persino tutti questi, fianco a fianco con i quadraturisti, per l’esecuzione di impegnative volte illusive in palazzi e chiese.
Nel caso di questo affascinante ovale, secondo Giancarlo Sestieri, autore di uno studio sul dipinto in esame, l’opera vive della collaborazione tra l’olandese van der Cabel, giunto a Roma nel 1659 dopo l’apprendistato a l’Aja con Van Goyen, e il bergamasco Viviano Codazzi, formatosi a Roma nella cerchia di Agostino Tassi, città dove l’artista lombardo tornerà definitivamente nel 1647 dopo una lunga parentesi a Napoli. Si deve al Codazzi, secondo lo studioso, “l’introduzione architettonica, a guisa di una quinta teatrale” del proscenio, concepito come una ariosa serie di arcate antichizzanti parzialmente dirute entro la quale si muovono alcune figure – molto bello, al centro il personaggio vestito di nero che si staglia con forza nel controluce – mentre il maestro originario dei Paesi Bassi avrebbe realizzato la marina sullo sfondo, vivacizzata da vascelli attraccati nella placida rada.
La collaborazione dei due, già indagata da alcuni anni, è stata approfondita da Sestieri che nel suo recente studio pubblica l’opera che presentiamo, insieme ad altri frutti di questo interessante sodalizio artistico.