ARTISTA LOMBARDO DELLA SECONDA METÀ DEL XVI SECOLO
Adorazione dei Magi
olio su tavola, cm 103,5×77
La scena sacra si svolge all’aperto, nei pressi di un diruto edificio ricoperto di muschi e piante rampicanti, dal cui oscuro interno emerge la figura di un pavone descritto con stupefacente naturalismo. I Re Magi sono giunti con il loro carico di doni, e la Sacra Famiglia li riceve benedicendoli, mentre dall’alto, evidenziati da candide nubi, due angeli presentano la cometa che ha guidato i sovrani e delle corone. Se al primo sguardo colpiscono l’atmosfera brumosa e le fisionomie leonardesche del Bambino e in particolare della Madonna, il cui volto ricorda la dolcezza delle creazioni di Bernardino Luini (1480-1532) in dipinti come la Madonna col Bambino tra le sante Caterina e Barbara di Budapest (Szépművészeti Múzeum) – confrontabile anche per la posa del Cristo infante – alcuni dettagli tradiscono l’esecuzione in anni successivi: l’uso di cangiantismi, la posa e lo scorcio del volto del palafreniere sullo sfondo, la composizione svolta per verticale, portano ad una collocazione di quest’opera in area lombarda negli anni successivi alla metà del Cinquecento. Come osservato da Mina Gregori, negli anni della Controriforma e di San Carlo Borromeo l’importanza della figura del Luini per gli artisti lombardi fu del resto paragonabile, come fonte di ispirazione e modello, a quella che ebbero le personalità artistiche di Michelangelo a Firenze o di Raffaello a Roma.