SCUOLA FIAMMINGA, FINE DEL XVI – INIZI DEL XVII SECOLO

Dare da mangiare ai poveri affamati

olio su rame, cm 51×66

I nostri oli su rame rappresentano due delle “Sette opere di Misericordia” corporale enunciate da Gesù (Vangelo di Matteo 25, 42-46) e rappresentanti i precetti di vita cristiana attraverso i quali è possibile accedere al Regno dei Cieli.

“Dar da mangiare agli affamati” e “Dar da bere agli assetati” sono nello specifico i titoli delle nostre due opere che, con ogni probabilità facevano parte di una serie di sette.

Nella prima, nel sottarco della volta, si legge la scritta: «I / DARE AMANCIARE APPOVERI AFFAMATI» mentre sui piedistalli su cui poggiano le due figure è possibile leggere «S. PETRE» e «S. PAULE». 

In basso al centro, uno scudo di forma ovale in campo azzurro racchiude la raffigurazione di un albero di palma con un uomo che la percuote accanto a una figura più piccola, forse in secondo piano, in tonaca nera. Nel cielo, in posizione centrale, il sole affiancato da due stelle, una per lato. 

Nel secondo rame, sempre nel sottarco della volta, si legge «II / DARE ABBERE APPOVERI ASSETATI» mentre, come si evince dalle scritte incise sui piedistalli, le due figure raffigurate sono Sant’Andrea e San Giacomo («S. ANDREAS»; «S. IACÕMUS») 

L’autore dei due quadri è presumibilmente un artista nordico attivo in Italia, come lascerebbero supporre gli sfondi entro i quali si svolgono le due scene. In questi, infatti, i palazzi che fanno da quinta scenografica sono assai caratteristici dell’architettura toscana e, anzi, fiorentina, così come della stessa matrice architettonica sono anche la loggia sotto la quale si consuma un pasto dall’aria però più sacra.

Serie come quella di cui i due rami in oggetto facevano un tempo parte erano comuni non tanto al di sotto delle Alpi quanto, piuttosto, nel nord dell’Europa. Quasi si volesse diffondere da quelle parti la coscienza della necessità di comportarsi piamente.