GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI DETTO IL GUERCINO

Cento, 1591 – Bologna, 1666

I vecchioni

olio su tela, cm 120,5×100

data: 1617-1618

Secondo la perizia condotta da Nicholas Turner, la nostra tela è un bozzettone preparatorio realizzato da Guercino per il quadro “Susanna e i vecchioni” (libro di Daniele 13, 1-64), oggi conservato al Museo del Prado, commissionato dal Cardinale Alessandro Ludovisi, poi papa Gregorio XV, tra il 1617 e il 1618. Questa tela, dipinta insieme ad altre tre (“Lot e le figlie”, “La Resurrezione di Tabita” e “Il Ritorno del figliol prodigo”) sempre per il cardinale, entrò poi in possesso di Niccolò Ludovisi, suo nipote, che decise di lasciarla in eredità a Filippo IV di Spagna.

I bozzettoni, schizzi dipinti a grandezza naturale, servivano da modelli preparatori e venivano generalmente tracciati su carta oleata per esser trasferiti in un secondo momento sul supporto telato; l’utilità non era solo quella di fungere da traccia ma anche quella di permettere al pittore di sviluppare ulteriori modifiche e varianti in corso d’opera, prima della stesura definitiva della tela.

È probabile che Guercino avesse preparato per il quadro del Prado due versioni di prova distinte per i diversi gruppi di personaggi, uno per il nudo di Susanna e uno per i vecchioni, apportandovi modiche durante il processo creativo, caratteristica distintiva del suo modus operandi anche come disegnatore.

Sovrapponendo idealmente il nostro bozzettone al quadro del Prado notiamo infatti non solo che le misure della nostra tela corrispondono con la porzione raffigurante i vecchioni nel quadro originario ma anche le varie e piccole correzioni alla forma e al contorno dei due personaggi. 

Lo studio di queste sottili ma rivelatrici differenze permette di rendersi conto di come il lavoro del Guercino fosse un processo in fieri e di come il disegno preparatorio fosse concepito fondamentalmente come un mezzo fluido e non definitivo, tanto da poter esser costantemente messo in discussione dall’artista.