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Artemisia

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GIOVANNI ANTONIO BURRINI

d276

GIOVANNI ANTONIO BURRINI

Bologna, 1656-1727

Artemisia

Data: 1690 circa

olio su tela, cm 121×94

 

La tela rappresenta il ritratto di una donna seduta e con in mano uno scettro, un vaso d’argento e una piccola brocca che sembra di argento o bronzo dorato. Sul tavolo, in primissimo piano è appoggiata la corona, mentre un’altra, assai più ricca, le tiene l’elegantissima acconciatura.

Lo studio presentato da Federico Giannini su questo dipinto ha permesso di identificare il soggetto con l’eroina greca Artemisia di Alicarnasso, colta nel momento di alzare la brocca dove erano le ceneri del marito Mausolo.

Il dipinto, di qualità davvero straordinaria, è una prova tipica del pittore bolognese che utilizza un linguaggio luministico contrastato reso vibrante, in questo caso, dai guizzi di luce e dal notevole pittoricismo. Anche il viso della donna ritorna molto spesso nelle prove di Burrini, come si vede nella “Susanna e i vecchioni” della Pinacoteca Nazionale di Bologna e nel tondo col “Ritratto di fanciulla con i gioielli” in collezione privata e riprodotta nella monografia di Marco Riccomini.

È possibile identificare questa tela con quella presente in casa del mercante bolognese Predieri, segnalata da Marcello Oretti nel 1767, ma erroneamente identificata con una Santa Caterina d’Alessandria. Confusione che può essere stata generata dalla presenza della corona che è attributo iconografico anche di quella martire.

La pittura liquida e lo stile non più classicista delle figure fa propendere per una datazione attorno all’ultimo decennio del Seicento.

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