Ciro Ferri, bottega di

CIRO FERRI, bottega di

Roma 1633-1689

Allegoria della Pace e della Giustizia

olio su tela, cm 146×200

 

Il soggetto di questo dipinto illustra il verso finale di un passo tratto dal testo biblico dei Salmi (85,11): “misericordia et veritas obviaverunt sibi, iustitia et pax osculatae sunt”. In esso si annuncia come Misericordia e Verità s’incontreranno, Giustizia e Pace si baceranno. Infine, la verità germoglierà dalla terra e la Giustizia si affaccerà dal cielo.

L’invenzione di questo dipinto, del quale numerose repliche attestano il successo, si deve al pittore romano Ciro Ferri, celebre allievo di Pietro da Cortona. Attivo in numerose e celebrate imprese decorative in patria, il Ferri fu anche a Firenze, ove terminò, intorno al 1660, le Sale dei Pianeti di Palazzo Pitti iniziate dal Cortona su incarico di Ferdinando II nel 1641 e lasciate interrotte dal maestro nell’ottobre 1647.

Come notato da Maurizio Fagiolo dell’Arco, questa invenzione del Ferri riprende sotto certi aspetti il pennacchio, raffigurante Calliope e Melpomene, eseguito dai due artisti nella sala di Apollo in Palazzo Pitti. Lo studioso ha proposto che Ciro Ferri abbia eseguito l’opera “per qualche importante committente del periodo chigiano”, datando la composizione intorno al 1662. Dell’Arco nota inoltre come una delle ventisei medaglie coniate sotto Alessandro VII Chigi (1599-1667) raffiguri proprio questo raro soggetto, e che già nel 1669 una versione di quest’opera di Ciro Ferri è documentata in Danimarca.

Come accennato, del soggetto si conoscono vari esemplari: due sono segnalati dallo stesso Dell’Arco, uno nella propria collezione (ora Palazzo Chigi, Ariccia) e uno in una raccolta privata (op. cit., nn. 68-69); ulteriori versioni sono passate ad un’asta Christie’s (11 marzo 1983, n. 10) e ad un’asta Pandolfini (10 ottobre 2007, n. 376, p. 163), quest’ultima di ridotte dimensioni similmente a quella già in collezione Fagiolo Dell’Arco.